La qualità dell’aria degli ambienti indoor è un fattore davvero importante e delicato, tanto da essere nel settore impiantistico un argomento caldo ciclicamente sotto i riflettori. Per questo vi proponiamo un approfondimento necessario, che cita le attuali normative italiane di pulizia canali aria per garantire sicurezza e salubrità degli ambienti interni nei luoghi di lavoro.
La messa a norma e pulizia degli impianti di condizionamento e ricircolo d’aria è normata da documenti e protocolli, per questo motivo faremo un riassunto che possa essere utile a tracciare binari chiari a chi sia interessato a questo tipo di attività tecnica.
Senza dubbio è necessario partire da quella che è la base legislativa per molti ambiti del settore ovvero “Il testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” del Decreto Legislativo n° 81 del 2008, secondo il quale il datore di lavoro deve attuare un’attenta valutazione dei rischi in ambiente lavorativo. Questa valutazione deve includere anche il microclima generato e quindi i sistemi di condizionamento in generale.
Le azioni previste sono controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione periodica degli impianti per la tutela della salute dei lavoratori. Certo, questa dichiarazione è decisamente importante, ma appare piuttosto vaga. Per fortuna altre norme vanno a specificare nel dettaglio gli obblighi del datore di lavoro in questo campo.
C’è l’Accordo Conferenza Stato Regioni del 7 Febbraio 2013: “Valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria” che fornisce una “Procedura per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria” mettendo in evidenza e per iscritto buone pratiche per evitare contaminazioni e garantire il corretto livello di igiene dei flussi aerei immessi artificialmente negli ambienti chiusi e/o condizionati.
Questo testo molto tecnico riporta anche riferimenti specifici alla frequenza di interventi (“annuale o comunque stabilita in base ai risultati delle precedenti ispezioni e della valutazione dei rischi”). Si sommano a questi documenti anche diverse leggi promulgate a livello regionale ma anche normative europee come la UNI EN 15780:2011, una sorta di complessa linea guida per regolare la pulizia dei sistemi di ventilazione.
Quali sono le attenzioni che garantiscono una pulizia ottimale dei canali d’aria in indoor?
Ecco un breve riassunto per chiarirci le idee:
- Il Datore di Lavoro ha l’obbligo di assicurare una buona qualità dell’aria negli ambienti di lavoro. I controlli devono avere frequenza minima annuale, devono essere affidati a personale specializzato e a seconda del rischio devono essere aumentati di frequenza.
- Per avere riscontro di salubrità dell’aria servono documenti specifici come certificati di idoneità igienico-sanitaria degli impianti HVAC (rilasciati da azienda specializzata), certificati di controllo della qualità igienica degli impianti, certificati di corretta bonifica e sanificazione delle condotte aerauliche.
- Il personale tecnico impiegato per questo tipo di controlli deve essere qualificato, avere riconoscimenti specifici (es. certificazione NADCA-AIISA della società) e la necessaria esperienza per la valutazione del caso.
Leggi e procedure contro la Sick Building Syndrome
Il rispetto di tutte le leggi, le linee guida, le buone norme e le procedure che abbiamo citato mette al sicuro i lavoratori e coloro che popolano e frequentano gli ambienti chiusi di comune fruizione.
Quando non vengono soddisfatti questi requisiti e fatti gli appositi controlli si rischia di cadere in una problematica ad elevato impatto sociale: la Sindrome dell’edificio malato (Sick building syndrome – SBS) un quadro sintomatologico che prevede una serie di manifestazioni di tipo fisico pericolose per la salute (fino ad essere letali) dettate dell’insalubrità dell’aria respirata all’interno di un edificio.
Queste manifestazioni cliniche sono plurime e aspecifiche, ma tutte riconducibili alla presenza di sostanze tossiche o pericolose per l’organismo umano che vengono distribuite nell’aria degli ambienti indoor tramite canali d’aria non correttamente puliti.
Si parla di una sintomatologia molto diffusa tra i livelli minori di gravità che però può davvero incidere oltre che sul benessere della persona anche sulla produttività.
La correlazione tra ambiente salubre e produttività del personale che “vive” ed occupa l’ambiente è evidente.
Il benessere è nell’aria.