EN167981 Normativa Qualita Ambienti Interni

La normativa EN 16798 definisce i criteri minimi di qualità dell’ambiente interno che un edificio deve avere e lo fa toccando ambiti quali il benessere termico, la qualità dell’aria interna (che dipende fortemente dalla ventilazione dei locali), l’umidità e l’illuminazione, nonché l’acustica. Entrata in vigore dal 13 giugno, sostituisce la precedente versione del 2004.

Questa fa parte di un nuovo pacchetto di norme tecniche che mirano a unificare a livello internazionale le metodologie per la valutazione della prestazione energetica degli edifici e che viene definito come “pacchetto normativo EPBD”.

La Parte 1 della Serie UNI EN 16798 definisce molti contenuti importanti e punti di riferimento preziosi per chi si occupa di prestazione energetica e ventilazione degli edifici. In particolare, la parte in oggetto riguarda “i parametri di ingresso dell’ambiente interno per la progettazione e la valutazione della prestazione energetica in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica“.

La norma specifica i requisiti per diversi parametri ambientali interni, citando anche come stabilirli in progettazione e come gestire i calcoli delle future prestazioni energetiche. Lo standard utilizza generalmente due tipologie di edifici, quali il residenziale ed il non residenziale. Generalmente è applicabile nella situazione in cui i criteri per l’ambiente interno siano stabiliti dall’occupazione umana e in quello in cui la produzione o il processo non abbiano un impatto di rilievo sull’ambiente interno.

I criteri di questa norma europea sono perfettamente applicabili ai metodi di calcolo nazionali, ma la suddetta non specifica quali debbano essere i metodi di progettazione… semplicemente ne definisce i parametri perché la progettazione dell’involucro dell’edificio, dei sistemi di illuminazione, di riscaldamento, di raffreddamento e di ventilazione siano in regola.

Con la UNI 16798 sale il livello di attenzione di chi progetta, costruisce e riqualifica per la qualità dell’ambiente interno. Questo fa sì che sia in evidenza sin dalla fase progettuale anche il consumo energetico degli edifici, considerando i vari sistemi in questione che serviranno a mantenere alta la qualità degli ambienti ma anche quelle che sono le variabili dettate dalle caratteristiche intrinseche dell’edificio e la tipologia di utilizzo/funzionamento dell’impiantistica stessa (che cambia molto in base al tipo di attività che si svolgeranno all’interno dell’edificio).

Ma perchè le nuove norme sembrano sempre più orientarsi verso la questione della qualità dell’ambiente interno degli edifici?

Può davvero fare la differenza per un abitante/occupante/proprietario avere per esempio la giusta illuminazione eun’acustica ben studiata?

Non c’è dubbio, la risposta a questa domanda è sì e anche i più reticenti nel concedere importanza a questi parametri ambientali hanno ormai imboccato la giusta strada nella ricerca delle condizioni ideali. Perchè è diventato chiaro che la qualità dell’ambiente interno influenza sensibilmente la salute, interviene (in positivo o in negativo) sulla produttività degli occupanti e, quando si parla di un ambiente lavorativo, può nettamente migliorare le prestazioni di chi si muove al suo interno.

Insomma, migliorando le condizioni di vita all’interno di un edificio si ha un effetto generalmente positivo che “rigenera corpo e mente” invece di assorbire energie. Non parliamo di feng shui o credenze popolari, ma di dati assolutamente oggettivi.

Un interno scadente può incidere molto negativamente sulle prestazioni personali e allo stesso tempo aumentare i costi energetici e alimentare malcontento su tanti fronti. Il singolo ambiente di lavoro costituisce un microclima importante nella quale l’individuo spende una grossa fetta della propria vita: nello stato di “benessere ambientale” la persona semplicemente non percepisce situazioni avverse ma vive una condizione ideale, senza subire stress ambientali. Allo stesso modo gli outcome negativi sono ridotti (nel caso di un edificio adibito ad ambito lavorativo) anche per il datore di lavoro che seguendo le normative riduce gli sprechi energetici e quindi le spese di consumo, avendo dipendenti potenzialmente più inclini a produrre e generare guadagni.

Sapete qual è l’ultimo, ma non il meno importante, player a guadagnare qualcosa dalla buona gestione qualità dell’ambiente indoor? Il Pianeta, sempre grato quando vendono limitati e arginati gli sprechi inutili di energia. Che dire, questa ci pare davvero la classica win – win situation.

 

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