Progettazione ecocompatibile: la Direttiva Eco-design ed ERP

Una norma che ancora una volta punta alla diminuzione dei consumi energetici 

Nel 2005 l’Unione Europea ha approvato la direttiva 2005/32/CE, grazie alla quale l’Europa determina un quadro dettagliato di regolamentazione ecocompatibile per la progettazione di prodotti che consumano energia. Questa direttiva che guarda al futuro ambientale è nota anche come Direttiva Eco-design. Successivamente la regolamentazione è stata rivista e quindi sostituita da una nuova direttiva, la 2009/125/CE; nello specifico è stato riformulato (ampliandolo) l’ambito di applicazione dei criteri di progettazione ecocompatibile che devono comprendere non solo i “prodotti che consumano energia” ma tutti i “prodotti connessi all’energia”. Oggi questa nuova norma è nota anche come “Direttiva ERP” (Energy Related Products).

La finalità principale della Direttiva Eco-design/ERP è molto chiara: ridurre il consumo di energia e limitare impatti ambientali negativi relativi all’uso energetico. Questa idea si muove perfettamente in linea con i propositi del progetto europeo relativo a clima ed energia 20-20-20, il cui pacchetto comprende tre obiettivi principali:

• taglio del 20% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990);

• 20% del fabbisogno energetico ricavato da fonti rinnovabili;

• miglioramento del 20% dell’efficienza energetica.

L’applicazione della direttiva di Eco Design vuole agire in tale proposito diminuendo il consumo energetico prodotto dall’impiego dei prodotti di riscaldamento dell’aria, dei prodotti di raffrescamento, dei chiller di processo ad alta temperatura e dei ventilconvettori, con un risultato atteso al 2020 di una riduzione del 12% rispetto al consumo nel 2007.

Con il Regolamento UE n. 2281 del 30 novembre 2016, entrato in vigore dal 1 gennaio 2018, la Commissione Europea ha esplicitato le specifiche di progettazione ecocompatibile, segnalando che sono soggetti alla norma i seguenti prodotti connessi all’energia:

• i prodotti di riscaldamento dell’aria con capacità di riscaldamento nominale inferiore o uguale a 1 MW;

• i prodotti di raffrescamento e chiller di processo ad alta temperatura con capacità nominale di raffrescamento inferiore o uguale a 2 MW;

• i ventilconvettori.

Per questi prodotti l’adozione di specifiche di progettazione ecocompatibile è necessaria per l’ottenimento della marcatura CE. Al fine di diminuire il consumo energetico dei prodotti citati, il regolamento in questione stabilisce che: dal 2018 il fabbricante o il responsabile dell’immissione sul mercato europeo deve per legge rispettare le specifiche disposizioni di progettazione ecocompatibile.

La rivoluzione energetica continua in casa nostra

D’ora in avanti quindi tutti i produttori dovranno garantire l’efficienza energetica dei propri prodotti ERP dalla progettazione e durante tutto il ciclo di vita del dispositivo in questione.

Questo proposito appare come una vera e propria rivoluzione all’interno dello scenario dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento, un cambiamento verso l’ottimizzazione energetica che inevitabilmente protenderà sempre di più verso l’utilizzo di fonti rinnovabili e ottimizzazione dello sfruttamento energetico.

Ci rendiamo sempre più conto che ogni traguardo è buono per raggiungere i propositi del pacchetto clima-energia 20-20-20, per questo Idrotermica si applica ogni giorno per trasformare nella pratica quelli che sembrano piccoli passi in veri e propri balzi verso la sostenibilità energetica e allo stesso tempo per sensibilizzare e consapevolizzare le persone che ci circondano su come le cose possano (e debbano) cambiare in fretta.

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