Lo standard EN 779 è stato il metodo di classificazione per filtri dell’aria maggiormente diffuso negli ultimi 20 anni in Europa. L’Organizzazione Internazionale per la Normazione (ISO) ha recentemente creato un nuovo standard internazionale per la classificazione e valutazione dell’efficacia dei filtri per l’aria impiegati in sistemi generali di ventilazione.
L’ ISO16890 entrerà in vigore in via definitiva da agosto 2018, in sostituzione della normativa Europea EN 779 e della ASHRAE 52.2, finora utilizzata negli USA, con l’obiettivo di avere un‘unica normativa mondiale divisa in 4 classificazioni di prestazione a seconda dell’efficienza di filtraggio nei confronti del particolato.
Cos’è il particolato?
Per definizione quando si parla di particolato ci si riferisce alle minute particelle liquide o solide, spesso inquinanti, che fanno parte del pulviscolo atmosferico.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che l’inquinamento dell’aria sia il più grande fattore di rischio di origine ambientale per la salute umana.
I dati parlano chiaro: oltre tre milioni di morti all’anno sono dovute alla contaminazione dell’aria che respiriamo. Se il corpo umano si difende in modo autonomo dal particolato di dimensioni più grandi di 10 µm, per le dimensioni più piccole invece non abbiamo difese.
Avete mai sentito parlare di polveri sottili? La nocività di queste micro particelle dipende per larga parte dalle loro dimensioni ridotte e dalla loro capacità di raggiungere le diverse parti del nostro corpo. In pratica, senza un filtraggio esterno sotto i 10 µm, questi elementi sono liberi di entrare e corrompere i nostri organi. È per questo che l’Organizzazione Mondiale delle Sanità concentra le attenzioni sulla necessità di limitare la dispersione delle polveri più piccole. Parlando di PM10, PM2.5 e PM1 l’OMS si riferisce rispettivamente a particolato di dimensioni di 10 µm, di 2.5 µm e 1 µm. Queste classificazioni per dimensione sono i binari entro i quali si è mossa l’Organizzazione Internazionale per la Normazione per creare le nuove categorie di filtraggio internazionali.
In cosa consiste la norma ISO 16890
Il nuovo standard di filtraggio ISO 16890 utilizza un nuovo approccio di verifica innovativo e focalizzato sui benefici per la salute. Infatti si interessa principalmente alla capacità dei filtri di rimuovere la materia particolata, per poter rilevare in modo rapido e sicuro il prodotto più valido a livello di filtraggio.
La classificazione prevede che i filtri siano valutati in laboratorio in base alla capacità di rimuovere il particolato dal flusso d’aria emesso, con riferimento a tre principali frazioni della concentrazione particellare in atmosfera: PM10, PM 2,5 e PM1.
Sono quindi stati introdotti quattro nuovi gruppi di filtri: grossolano, ePM10, ePM2.5 ed ePM1 dove il prefisso “e” sta per “efficacia”. Per determinare la categoria di appartenenza si rileva se il filtro in esame è capace di trattenere almeno il 50% di particolato corrispondente alle dimensioni selezionate. I filtri che sono efficaci su meno del 50% delle polveri PM10 appartengono al gruppo grossolano.
Differenze tra ISO16890 e precedenti normative
La principale differenza fra lo standard ISO 16890 e quelli attualmente in uso in tutto il mondo è che i test per il filtraggio diventeranno con la nuova norma più severi, poiché anche le polveri più sottili (nonché le più pericolose per la salute) entreranno all’interno della classificazione.
Di conseguenza saranno rese ancora più specifiche le prestazioni di filtraggio, garantendo al consumatore la possibilità di selezionare in modo rapido i filtri più efficienti per migliorare la qualità dell’aria.
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