
COMMITTENTE
Fondo POLIS
GESTORE
GVM – Gruppo Villa Maria
IMPIANTI
Impianto idrico sanitario, climatizzazione, antincendio, aeraulico, estrazioni cappe laboratori, aspirazione polveri, scarichi acque reflue, elettrico a servizio del meccanico, impianto raffrescamento specifico per locali elettrici, Commissioning
Il Gruppo Villa Maria è proprietario e gestore di strutture sanitarie specializzate in diagnosi e cura, ospedali di alta specialità, cliniche e poliambulatori privati per ogni patologia.
Ha cliniche in diverse regioni d’Italia, tra cui Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria e Piemonte, così come ha strutture in Francia, Polonia, Albania e Ucraina. Non si occupa “solo” di cura ma anche di ricerca, in collaborazione con il Governo Italiano, le più importanti università e gruppi privati del nostro paese.
Il Maria Cecilia Hospital di Cotignola, in provincia di Ravenna, è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda: si tratta di un ospedale privato accreditato con il Sistema Sanitario Nazionale ad alta specialità, soprattutto orientato alla diagnosi e cura di patologie cardiologiche.
Il lavoro di Cotignola consisteva nel progettare e realizzare gli impianti meccanici del nuovo edificio (nominato E) che si aggiungeva agli altri che già costituivano il complesso. Il lavoro si è svolto in due fasi: durante la prima era prevista la costruzione di tre piani (terra, primo e secondo), destinati ad ambulatori, studi medici e degenze (anche ad alto livello di confort e finiture, essendo gestito privatamente e quindi a pagamento).
Nei programmi del Gruppo Villa Maria c’era poi un bando (gestito in collaborazione con l’Università di Ferrara) per costruire un centro ricerche proprio negli spazi del Maria Cecilia Hospital a Cotignola: mentre il progetto iniziale era di realizzare un ulteriore edificio, successivamente per ragioni di ottimizzazione, è stato deciso di ampliare la nuova ala dell’ospedale privato, quella nominata E a cui stavamo già lavorando.
Sono stati così progettati e costruiti due ulteriori piani: il terzo (a cui si aggiunge il terra, come accennato) utilizzato come “piano tecnico”, che avrebbe ospitato unità di trattamento aria, sistemi di condizionamento, tubazioni principali, etc) e il quarto sarebbe diventato il centro ricerche, principalmente con locali adibiti a coltura cellulare, biologia molecolare e laboratori biologici.
La costruzione dell’edificio E, avendo considerevolmente aumentato i carichi termici/frigoriferi dell’intera struttura, ha determinato la necessita di un ampliamento della centrale frigorifera esistente con un ulteriore gruppo frigo (centrifugo a levitazione magnetica) da 2 MW.


Anche in questo caso, come in praticamente tutte le realizzazioni dell’ultimo decennio, una delle richieste più pressanti da parte del cliente riguardava la velocità di svolgimento dei lavori: i tempi, soprattutto nella seconda fase, quella dedicata alla finalizzazione del Centro di Ricerca, erano davvero stretti. Tre mesi per chiudere gli impianti del piano tecnologico e quelli del laboratorio: sarebbe infatti stato necessario rispettare le scadenze imposte dal bando.
La rapidità di esecuzione non è mai stata un problema, necessita “solamente” di grande organizzazione e pianificazione: la sfida vera e propria era rappresentata dalla particolarità impiantistica necessaria al funzionamento dei laboratori di ricerca. In questo caso non si parla solo di climatizzazione dell’ambiente, ma di realizzare e implementare impianti al servizio degli esperimenti e della ricerca in ambito medicale e ospedaliero.
Qualche esempio? Estrazioni di emergenza, scarichi speciali da convogliare, diverse tipologie di acque da fare arrivare ai macchinari, connessioni con strumenti di laboratorio molto tecnologici, docce di emergenza, cappe a flusso laminare, armadi ignifughi e ventilati per la conservazione di acidi e solventi.
In opere come queste la complessità risiede anche nella necessità di lavorare con strumentazioni “terze”, progettate e costruite da aziende con sede in paesi e continenti diversi, con supporto in una lingua che non è certo l’italiano (o l’inglese) e con complessità spesso inimmaginabili.
La ciliegina finale di una realizzazione così sfidante è il commissioning del laboratorio di ricerca: il primo avviamento e la taratura di un sistema così complesso, da mettere in linea con tecnologie biomediche di ultima generazione, è particolarmente lungo, delicato e minuzioso, attività che i nostri tecnici strumentisti specializzati effettuano da sempre e che ci viene riconosciuta da tutti i nostri clienti per la garanzia delle prestazioni dichiarate dagli impianti e per il rispetto delle normative in vigore.
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